L'universo è negli occhi - Swelto, Pathos, Carlo Corallo

L'universo è negli occhi - Swelto, Pathos, Carlo Corallo

Год
2020
Язык
`Итальянский`
Длительность
296040

Ниже представлен текст песни L'universo è negli occhi, исполнителя - Swelto, Pathos, Carlo Corallo с переводом

Текст песни "L'universo è negli occhi"

Оригинальный текст с переводом

L'universo è negli occhi

Swelto, Pathos, Carlo Corallo

Dalle campagne campane, sentii campane cantare, lontane

Nel mentre il sole è calante sopra il canale

E ogni comare mondina ferma in sordina colma, all’antica

A sale e oliva, una sardina all’ortica condita col pane

E ti chiamavo all’altare poi partiva di prima il rottame

Quando la primula apriva alla vivida natura lignea

È una linea che confina via la vigna e la gramigna

Tra ogni villa oltre la via maligna di catrame

Dovevo lasciare, te, tra quelle persiane e allenarmi

Ma per un uomo votato alle arti

Una chiamata alle armi rende alienanti tutti i sogni

Di notti ispirate, dovevo respirare e allietarmi

Verso i laghi ed i falchi, le scarpate scalate dai fianchi

A risuonare canzoni amare stonate dai fanti

Mentre i tuoi ritratti a tratti pallidi e ristretti

Hanno ancora quei tuoi difetti ma sempre meno dettagli

Disegnarti aiuta a cancellare il magone dai viaggi

E se una banda di briganti, mattone e bavagli

Rapinasse il vagone bagagli saprebbe perché

Non ho un milione di diamanti ma il tuo maglione davanti

Da distanti si spiega l’amore con le vertigini

Vuoi che luoghi di cento metri restino centimetri

È in quello spazio che c'è tra i fogli e le lettrici

Quello da cui ti accorgi delle lentiggini

Tu che fine farai?

Non voltarti insieme a me

So che se lo vorrai

Mi amerai in solitudine

L’universo è negli occhi

Orbitiamo distanti

Superando quei blocchi

Solo per incontrarci

Quest’oceano è pieno di navi

Ti pensavo spesso mentre a casa tornavi

C'è chi affronta onde, tempeste e tornadi

Tu avevi scritto in fronte tutti questi segnali

Con un inchiostro che si illuminava solo al buio

La brezza trasportava mari sotto al plenilunio

Prima che la riva ti portasse quell’insicurezza

Senza prendersi la briga

Di metterci una pezza per coprire i tagli

Una gelida carezza così non ti scaldi

Come le acque negli abissi avevi scrigni chiusi

Ma chi esplora può colpirsi con pensieri intrusi

Uno dietro l’altro, rapidi colpi di un UZI

Dopo l’attentato di Parigi i primi sogni cupi

Ti svegliavi in piena notte dentro quei dirupi

Nei giorni ingialliti di una vita che ripudi

E dopo quattro anni sei lì ancora in terapia

Io che avrei voluto prenderti e portarti via

Portarti su una stella senza lasciare la scia

Spegnendo lì per sempre la tua agorafobia

Ormai non provi niente, ogni distanza è un’utopia

Resti bloccata nel tuo salvagente con il broncio e le braccia conserte

Nell’eterno limbo del presente afferro la tua mano

Il tuo mondo, mai stato così lontano

Tu che fine farai?

Non voltarti insieme a me

So che se lo vorrai

Mi amerai in solitudine

L’universo è negli occhi

Orbitiamo distanti

Superando quei blocchi

Solo per incontrarci

Nel freddo sonno di un viaggio durato cent’anni

Non ho smesso per un solo istante di sognarti

Il mio cuore più veloce della nave ad antimateria

Che spiegando le sue vele mi ha portato qui

In questo oceano di stelle, nane e supergiganti

Fra le nubi silenti di colori cangianti

Attraversando whormhole emozioni contrastanti

Come quando bruciavamo nell’Inverno di Vivaldi

Note dell’ultimo addio, di un attimo infinito

Il tuo respiro era il mio vestito preferito

Mentre l’ologramma ci parlava

Della morte di ogni mare e fiume, i capitali d’oro blu, di acqua

In mano a intelligenze artificiali create a nostra immagine

Ed autodistruttiva somiglianza

Quinta guerra mondiale, Omegabomba all’idrogeno

La mela colse l’uomo: genesi dell’ESAdo

Il buio secolo e lo scontro, ciò che ricordo?

T’accarezzavo i capelli nello spazio profondo

Quando esplose quella luce chiusa nel tuo sorriso

Lento aprivo gli occhi in questo paradiso

Un gigante gassoso e due lune dai colori nuovi

Io accanto a ciò che un tempo sulla Terra chiamavano fiori

Questo popolo ci ha accolto senza un perché

In qualche modo so di averti portata con me

Tu che fine farai?

Non voltarti insieme a me

So che se lo vorrai

Mi amerai in solitudine

L’universo è negli occhi

Orbitiamo distanti

Superando quei blocchi

Solo per incontrarci

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